16 Luglio 2020
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QUALE FUTURO DEL TURISMO IN CALABRIA E A STALETTÌ? ECCO IL PROGETTO DI GIANNI BARTOLOTTI
“Serve un cambiamento anzitutto culturale, iniziando a considerare davvero il turismo come una grande opportunità”
di Salvatore CONDITO
STALETTÌ (CZ) – 16 LUGLIO 2020 – La valorizzazione del territorio, ne abbiamo parlato con Gianni Bartolotti che si occupa di Progettazione per gli Enti Locali nel settore Comunicazione, Turismo e Cultura.
Ha pubblicato per riviste specializzate sul Turismo e lavorato a progetti di sviluppo dei servizi per i Comuni di Parma, Modena, Salsomaggiore, Piacenza e per le Regioni Emilia e Lombardia.
L’epidemia in corso sta modificando profondamente le nostre abitudini sociali e ha già impattato pesantemente su occupazione ed economia soprattutto in aree a forte vocazione turistica come Stalettì, le frazioni di Caminia, Pietragrande e Copanello e il suo borgo antico.
Nelle scorse stagioni si stima si siano superate le 100.000 presenze grazie a un tipologia di offerta variegata e superiore ai 10.000 posti letto stimati tra strutture ricettive (hotel, villaggi turistici, campeggi), seconde case e, soprattutto, le nuove forme di alloggio (B&B e camere e alloggi in affitto) e ai relativi servizi balneari e spiagge attrezzate, bar e ristorazione, cultura(musei e itinerari) e leisure (sport wellness, locali notturni).
COME GESTIRE QUESTA FASE ?
L’emergenza Covid19 dovrebbe durare almeno per tutto il 2020, quando avremo imparato a gestire i rischi o si troverà il vaccino. Per non compromettere la stagione in corso e ridurre la perdita di presenze ed entrate bisognerà imparare velocemente a gestire la ‘nuova normalità’ e arrivare in fretta al punto Calabria e Stalettì ‘Covid free’.
Visitatori e turisti in questo momento hanno paura di contrarre il virus e per questo scelgono la loro meta con attenzione e poi si spostano dove gli viene garantitasicurezza igienico-sanitaria nella struttura e nei luoghi di soggiorno, dove le informazioni su norme ed eventuali limitazioni sono chiare e trasparenti.
Dal punto di vista del marketing turistico andrà quindi promossa una offerta sicura in termini igienico-sanitari e strutturata su offerte di pacchetti individuali e famiglie (no gruppi, per evitare la paura del contagio), più legate a cultura ed eno-gastronomia e meno al solo mare; e facendo leva sulla domanda interna (bonus alle famiglie per vacanze in Calabria per esempio) e con proposte coerenti con le attese dei turisti e mirate per target.
Insomma, una offerta più sostenibile costruita interno al viaggio breve –o di prossimità – perché più fattibile e coerente con la crisi e le limitazioni agli spostamenti. Un approccio in grado di intercettare la domanda interna e di allungare l’attuale stagione dai tradizionali 2 mesi estivi o forse meno e portarla ad almeno 4-5 mesi perché di prossimità e basata su proposte multi-prodotto.
E POI, TORNARE IN FRETTA ALLA VECCHIA NORMALITA’?
No, assolutamente! Quello che c’era prima non sarà più proponibile e, aggiungerei, per fortuna! Così quando si riparte siamo un passo avanti e non indietro: i vecchi servizi turistici andavano bene una volta e davano lavoro per 15 gg; non funziona e non funzionerà più.
Quel che c’era prima era sufficiente ma non abbastanza per contenere nuova emigrazione e trattenere i giovani; eredità di decenni di scempi ambientali e paesaggistici; di troppo ‘nero’ che uccide l’immagine e alimenta lo sfruttamento del lavoro, la precarietà e l’insicurezza; di una programmazione incapace di dare una rotta agli investimenti e orientare imprenditori e operatori locali nelle scelte e nella caratterizzazione dell’offerta; di assistenzialismo che dura una stagione; di mancanza di innovazione diffusa nell’offerta turistica; di una cultura e qualità dei servizi, salvo poche eccezioni,non adeguata alle richieste del mercato; di promozione e comunicazione turistica non adeguata ai tempi e alle modalità di scelta del viaggio dei turisti.
COSA DEVONO FARE GLI ENTI PER AFFRONTARE LA SITUAZIONE ?
E’ fondamentale che la Regione e gli enti locali garantiscano sicurezza, prevenzione e misure adeguate a ridurre le possibilità di contagio e rassicurare così i potenziali turisti e visitatori; e soprattutto che utilizzino i siti istituzionali, i media, e i social per comunicare efficacemente la ‘Destinazione’ rassicurando tour operator, potenziali viaggiatori e il mercato su sicurezza e norme, su servizi e adeguatezza del sistema sanitario.
Soprattutto, stavolta andranno davvero …
Indirizzati gli investimenti (stanno arrivando aiuti e finanziamenti di stato da utilizzare per infrastrutture, innovazione tecnologica e comunicazione, su ambiente, cultura e nel recupero del patrimonio storico, archeologico e paesaggistico; verso la riduzione del digital divide, la creazione di professionalità e competenze professionali come cuochi, guide turistiche, operatori marketing turistico, web designer e video-maker, cioè verso chi crea servizi e investe in attività e soft skill che incontreranno il nuovo turismo che verrà più attento alla natura, ecologico, sostenibile);
Sostenuti imprenditori, cittadini e artigiani all’accesso Fondi EU (abbiamo un basso tasso di accesso e utilizzo; Modena fa 100% per esempio, la Calabria invece è maglia nera nel loro utilizzo e unoscarso impatto della spesa e degli investimenti sull’economia reale e quindi su giovani, disoccupazione e socialità);
Comunicata la Destinazione turistica(aggiornare il piano turistico e il sito web e migliorarlo, comunicare il brand e quindi creare le condizioni per una offerta turistica allargata ai comprensori, integrata, autentica e identitaria in termini di cultura e peculiarità del territorio: il turismo del nuovo millennio richiede una adeguata comunicazione social e web, valorizzazione e sinergia con le proposte culturali, la promozione e ‘narrazione del territorio’, la capacità di raggiungere e intercettare i turisti a casa loro e proporre una offerta segmentata e coerente con le esigenze dei mercati);
Promossa la Filiera (mettere insieme soggetti e relativi prodotti e servizi in grado di accorciare la filiera come per es. far dialogare agricoltori e ristoratori, produttori e commercianti, creare un’offerta e pacchetti turistici autentici, esperienziali e caratteristici come domanda il nuovo visitatore e differenziati per target famiglie, gruppi e singoli, leisure e business, pellegrinaggio e sport, eno-gastronomico e culturale, nel food tra i produttori, aziende, commercio come nella cultura (musei e aree archeologiche).
E GLI OPERATORI TURISTICI?
Dal lato dell’Offerta turistica gli operatori dovranno essere più resilienti e assumere un ruolo più attivo in direzione di una migliore capacità di adeguarsi al mercato. E fare leva sul Turismo di prossimità: puntare al modello anni ’60, quando si faceva la gita fuori porta, almeno in questa fase di transizione; possibilmente proponendo pacchetti week-end o tour brevi.
Servirà poi facilitare gli Accordi di filiera, progettare e accedere ai Fondi EU per innovare e, nell’immediato, prestare attenzione alla cura e comunicazione dell’igiene e della sicurezza: in questa fase, i turisti si muoveranno se sicuri di poterlo fare in luoghi protetti e, per questo, servizi, strutture, attività e prodotti devono rispondere a questi requisiti preliminari e ‘praticarli’ con costanza e attenzione.
Ma anche possibilità di disdetta, preferenza per proposte ‘slow’ e posti poco affollati. Non sono opzioni, ma ormai dei ‘must’ essenziali: i turisti cercano esperienza, rassicurazione, qualità dei servizi, scelgono la loro meta e valuteranno il loro soggiorno su questi elementi.
QUALE IL FUTURO DEL TURISMO IN CALABRIA E A STALETTI’?
Questa pandemia sta minando l’assetto sociale ed economico dei territori ma porta con sé – come spesso accade nei momenti di passaggio della nostra storia – il germe del cambiamento. Usare questo tempo per minimizzare l’impatto della crisi e intanto preparare il futuro: e così, quando questa fase di transizione finirà, trovarsi preparati e con un passo già nel futuro!
Occorre però creare le condizioni per una ripartenza solida e innovativa capace di affrontare un mercato del turismo più dinamico e soddisfare turisti più consapevoli, attenti all’ambiente e più ancora tecnologici che cercano esperienze uniche e coerenti con i loro interessi.
Non ci sono alternative al turismo in Calabria e a Stalettì; serve un cambiamento anzitutto culturale, iniziando a considerare davvero il turismo come una grande opportunità.
Ricordando poi che ha uno dei moltiplicatori più alti di settore: una spesa di 1.000 può generare sino a dieci volte di più.
Si è sempre detto, proclamato ma mai fatto in concreto con investimenti adeguati, definizione di indicatori, indirizzi operativi, consapevolezza politica e culturale e atti concreti.
Come confermano gli scarsi risultati raggiunti nella occupazione e la continua emigrazione di giovani.