RIFORMA DISABILITÀ, CGIL E INCA: «IN PROVINCIA DI CATANZARO DIRITTI NEGATI»
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Le sigle sindacali: “Nel mese di gennaio 2025, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, sono state presentate il 90% delle domande in meno”
Fonte: Gazzetta del Sud
– CATANZARO – 8 FEBBRAIO 2025 – «Una procedura che doveva snellire le tempistiche si è trasformata in una sospensione del diritto e tutto ciò è inaccettabile».
Enzo Scalese, segretario generale Cgil Area Vasta Kr Cz VV, Giuseppe Guido, coordinatore regionale Inca Cgil e Luigi Vitale, direttore provinciale Inca Cgil non sono per niente convinti sul concreto andamento della Riforma della disabilità.
«In provincia di Catanzaro, tra le nove italiane in cui è partita la nuova normativa in via sperimentale, si negano i diritti» incalzano i tre.
Parole forti quelle dei rappresentanti sindacali, che preludono due richieste.
La prima: «Rivolgiamo perciò un appello al Governo, alla Regione ed all’Inps affinchè si convochi immediatamente una riunione con i soggetti interessati, con il sindacato, i patronati e l’ordine dei medici, per rimuovere i problemi e affrontare quella che è una vera e propria ingiustizia sociale».
La seconda: «Chiediamo interventi immediati per garantire alle persone con disabilità i diritti che oggi sono negati da un Governo che non guarda ai reali bisogni dei cittadini, dei pensionati e dei lavoratori, ma che continua a perseguire interessi clientelari lasciando indietro la maggioranza della popolazione e soprattutto quella più debole».
La recentessima storia normativa della materia registra l’emanazione del decreto legislativo 62 del 2024.
Tra le novità c’è l’introduzione di nuovi schemi di gestione delle domande di invalidità civile e delle prestazioni connesse ad una condizione di disabilità tra cui il nuovo certificato medico inviato telematicamente direttamente dai medici all’Inps.
La riforma, però, non convince Cgil e Inca. «Denunciano – incalzano le sigle sindacali – l’aumento dei costi dei certificati, le lungaggini per ottenere il certificato introduttivo da parte dei medici di medicina generale e spesso la vera e propria impossibilità ad ottenerlo a causa di professionisti che non riescono a smaltire le richieste o che non sono nelle condizioni di evaderle.
I dati in possesso della Cgil dicono che nel mese di gennaio 2025, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, sono state presentate il 90% delle domande in meno e tutto ciò palesa una stasi del diritto per tanti cittadini e minori in una condizione di fragilità».
Da qui la certezza: «Serve intervenire con urgenza, affrontare e risolvere le criticità che si stanno evidenziando.
Serve farlo adesso per la provincia di Catanzaro, ma serve farlo senza tentennamenti perché dal primo gennaio 2026 la riforma diventerà operativa in tutto il Paese ed il rischio è quello di registrare in Calabria una vera paralisi del sistema a danno dei più deboli».
La palla, ora, passa a Regione e Governo.