RINCARO PREZZI A SQUILLACE? FRATELLI D’ITALIA LANCIA L’ALLARME

Locale circolo ha fatto proprie allarmate segnalazioni dei cittadini. Chiesto a sindaco e autorità preposte di vigilare contro ciniche speculazioni ai danni della popolazione

di Franco POLITO

SQUILLACE (CZ) –  18 APRILE 2020 –  Una lettera –  esposto con cui chiedono al sindaco Pasquale Muccari e alle altre autorità preposte, di  attivare e consolidare le forme di controllo e di sanzionare, ove verificate, azioni di eventuali e ciniche speculazioni sul rincaro dei prezzi, in particolare dei generi alimentari di prima necessità.

La segnalazione arriva dal locale circolo dei Fratelli d’Italia.

Facendo proprie le segnalazioni di alcuni cittadini, il circolo ha scritto anche all’ assessore alle Politiche Sociali, al presidente del consiglio comunale, al comando della polizia locale e ai consiglieri comunali di opposizione.

«Da qualche giorno – scrive FdI nella missiva –  riceviamo segnalazioni allarmate da parte di nostri concittadini che lamentano vistosi   e pesanti rincari , in modo particolare di generi alimentari di prima necessità. Secondo questi cittadini la cosa è stata già segnalata al comando dei vigili urbani». 

Fratelli d’Italia Squillace, pur apprezzando «molto l’abnegazione, in questo particolare momento, dei nostri commercianti e siamo consapevoli che delle loro difficoltà» al tempo stesso sottolinea che «se le denunce dei cittadini dovessero risultare fondate, ci corre l’obbligo di chiedere un intervento deciso da parte delle autorità». 

Fratelli d’Italia ricorda un particolare di non poco conto. «Molti cittadini  – sottolinea il circolo –  sono in difficoltà   anche e risulterebbe intollerabile qualsiasi forma di  di speculazione.

I cittadini pagano già un prezzo altissimo a causa dell’emergenza e non sono, in buona parte, nelle condizioni di subirne altre». 

La conclusione, tuttavia, è ispirata all’ottimismo. «Ovviamente – chiosa FdI –  saremo ben lieti, a controlli avvenuti, che l’allarme lanciato dai  cittadini sia ingiustificato».