8 Dicembre 2019
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RISCHIO POVERTÀ IN AUMENTO AL SUD
Istat: il dato è del 45%
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 8 DICEMBRE 2019 – In Italia, il Mezzogiorno rimane l’area con la percentuale più alta di individui a rischio di povertà.
Lo rileva l’Istat spiegando che “tuttavia, in tale ripartizione si osserva un incremento del rischio di povertà da 33,1% nel 2017 a 34,4% nel 2018”.
Il dato più basso del rischio di povertà o esclusione sociale si registra nel Nord-est con il 14,6%.
La diminuzione del valore di questo indicatore riguarda soprattutto i residenti nel Nord-ovest (da 20,7% nel 2017 a 16,8% nel 2018), in particolare per la più marcata riduzione dell’indicatore della grave deprivazione materiale. Si registra un miglioramento delle condizioni di vita anche per le persone che risiedono nel Nord-est (da 16,1% a 14,6%) e nel Centro (da 25,3% a 23,1).
Anche nel 2018, l’incidenza del rischio di povertà o esclusione sociale è più elevata tra gli individui delle famiglie di coppie con tre o più figli (36,0%), nonostante un sensibile miglioramento rispetto allo scorso anno (41,1%) e in quelle monogenitore (35,4%; 38,8% nel 2017).
Rispetto all’anno precedente si registra un’attenuazione del rischio di povertà o esclusione sociale di tutte le tipologie familiari tranne che per le coppie con due figli per le quali aumenta passando da 26,5% nel 2017 a 28,3% nel 2018.
In particolare, si osservano segnali di miglioramento più marcati tra gli individui in famiglie di coppie con tre o più figli, di monogenitori e per le persone sole e in particolare, tra queste ultime, quando la persona di riferimento ha meno di 65 anni (dal 36,2% al 31,7%).
Tale miglioramento è associato a una diminuzione della grave deprivazione materiale per gli individui di famiglie monogenitore e le persone che vivono da sole, mentre gli individui che vivono in famiglie di coppie con tre o più figli sperimentano una sensibile riduzione del rischio di povertà (da 33,9% a 30,8%).
Segnali di miglioramento rispetto al 2017 anche per chi vive in famiglie numerose con cinque o più componenti (da 42,7% nel 2017 a 36,9% nel 2018) e in famiglie con tre o più minori (da 44,5% nel 2017 a 38,8%).
Diminuisce il rischio di povertà o esclusione sociale anche per quanti vivono prevalentemente di reddito da lavoro autonomo (da 32,4% a 28,6%) e di reddito da pensioni e/o trasferimenti pubblici (da 34,3% a 33,0%), per i primi il calo è associato soprattutto alla diminuzione del rischio di povertà mentre per i secondi alla diminuzione della grave deprivazione materiale.
Pur rimanendo un valore elevato, si riduce anche il rischio di povertà o esclusione sociale tra coloro che vivono in famiglie con un solo percettore (42,5%).