27 Settembre 2019
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SANITÀ, SAPIA (M5S) ATTACCA LA COMMISSARIA DELL’AO DI COSENZA
“Come il predecessore ha acconsentito al comando di Dorina Bianchi, il pangermanesimo è stato un bluff”
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 27 SETTEMBRE 2019 – «Giuseppina Pannizzoli, commissaria dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, può tornarsene nel suo perfettissimo Nord, se anche lei subisce il richiamo dello zoo politico calabrese».
Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, della commissione Sanità, con riferimento alla deliberazione con cui Pannizzoli ha disposto la proroga del comando della radiologa Dorina Bianchi, ex sottosegretaria ai Beni culturali, presso l’Istituto nazionale dei tumori Regina Elena San Gallicano.
«Il fatto – spiega il deputato del Movimento 5 Stelle – conferma che il pangermanesimo nella sanità calabrese è stato un grande bluff. Il rigorismo aziendale della Pannizzoli si scontra con la realtà, visto che la manager ha proseguito sulla linea del suo predecessore Achille Gentile, evitando alla trasversalissima Dorina Bianchi di sporcarsi le mani, non sia mai, come radiologo dell’ospedale di Cosenza, in un momento in cui i radiologi mancano come il buon senso e la coscienza di tanti dirigenti pubblici».
«A meno di ripensamenti della Pannizzoli, si rivela del tutto sbagliata – prosegue il parlamentare – la scelta imposta all’allora ministra Giulia Grillo di affidare a Thomas Schael ampia discrezionalità nella gestione del piano di rientro e di consentirgli di agire in totale scioltezza, prescindendo dalle valutazioni e dalle proposte di parlamentari del Movimento 5 Stelle, tra cui il sottoscritto, relative alla verifica preliminare circa l’autonomia e il coraggio dei candidati alla guida delle aziende del Servizio sanitario regionale».
«Se – conclude Sapia – l’esperienza insegna, da qui in avanti non si dovrà più guardare alla provenienza geografica dei manager sanitari, ma alla loro capacità di opporsi alle logiche di palazzo e di potere che hanno rovinato la Calabria e fatto sprofondare i servizi sanitari».