SANT’AGAZIO, SEGNI E STORIA: SQUILLACE ACCOGLIE MONS. CLAUDIO MANIAGO
Neo arcivescovo ha celebrato solenne messa festa Traslazione Reliquie patrono città e benedetto cappella che custodisce reliquie e statua in basilica
di Franco POLITO
SQUILLACE (CZ) – 16 GENNAIO 2022 – Si conclude l’ingresso nell’arcidiocesi di Catanzaro – Squillace del neo arcivescovo mons. Claudio Maniago.
Dopo l’insediamento a Catanzaro della settimana scorsa, seguito alle dimissioni di mons. Vincenzo Bertolone, il presule ha iniziato definitivamente oggi pomeriggio il suo cammino presiedendo la messa solenne celebrata nella basilica di Squillace per la festa della Traslazione delle reliquie di Sant’Agazio, patrono della città e compatrono della comunità diocesana.
E, festa nella festa, con la benedizione della restaurata cappella che in basilica ospita le reliquie del Santo e la sua statua.
L’ingresso nella città di Cassiodoro, l’altra “capitale” dell’arcidiocesi, è una festa totale, scandita dal saluto del parroco don Enzo Iezzi, del sindaco di Squillace Pasquale Muccari e dell’architetto Maria Teresa Alcaro, direttrice dei lavori nella cappella.
Festa di chiesa, cristallizzata nella presenza del clero, del capitolo cattedrale, di sacerdoti, religiose e religiose.
Festa di autorità con i sindaci del territorio, i rappresentanti dei carabinieri e di altre autorità civili e militari.
Maniago traccia la via. Opererà sotto l’auspicio di tre segni: l’antichità della diocesi di Squillace, vicina alla Pasqua del Signore e intesa come orgoglio di guardare al passato e al futuro con la certezza delle proprie radici; l’ingresso a Squillace nel giorno della solennità dedicata alla festa della Traslazione delle reliquie (miracolosamente approdate in una teca sul litorale squillacese), evento che indica di camminare sul modello del martirio di Sant’Agazio; le nozze di Cana, testimonianza, non sempre scontate, della grandezza e della centralità del Signore e del suo amore per gli uomini.
«Inizio il cammino con questi segni – ha aggiunto l’arcivescovo – in una arcidiocesi che procede con il Signore e in compagnia di Maria, sua madre.
È lui la via che dobbiamo seguire con la vicinanza dolce della Madonna che porta la vera salvezza del cuore.
Avrò il modo e il tempo di sperimentare la dolcezza della comunità di Squillace, accennata dal parroco nelle sue parole, anche se già ne percepisco il senso.
Dolcezza che cammina di pari passo con la ricchezza del territorio e la risalente tradizione della diocesi, rifulgente di luce propria fino all’accorpamento con Catanzaro.
Mi auguro essere all’altezza della chiamata e della storia di questa chiesa».
Segni, coincidenze e storia. Su tutto c’è Sant’Agazio.
«Il paradigma delle sue torture, spinte fino a rinunciare la vita in nome di Gesù – ha concluso il presule – devono aiutarci a vincere la schizofrenia della vita, ancorandoci ai valori autentici del Vangelo per diventare veri cristiani.
Con l’intercessione del patrono, rinnoviamo la nostra fede, seguendo il suo esempio di Santo vero fino alla fine dei suoi giorni».
Prima del rito in basilica, preceduto anche dalla visita alle suore della comunità contemplativa, Maniago aveva fatto sosta al Santuario della Madonna del Ponte.
Dopo l’accoglienza del rettore padre Piero Puglisi e la lettura della preghiera di affidamento alla Vergine, l’arcivescovo ha ricevuto in dono alcuni libri, tra cui “La diocesi di Squillace prima e dopo il terremoto del 1783”, di don Domenico Cirillo, primo rettore del Santuario.
Segni, coincidenze e storia.