16 Aprile 2019
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SETTINGIANO, IL FASCINO ANTICO DELLA “PIGGHIATA”
Venerdì prossimo rappresentazione della morte e resurrezione di Gesù
di REDAZIONE
SETTINGIANO (CZ) – 16 APRILE 2019 – Venerdì 19 Aprile 2019 si svolgerà l’opera della Pigghiata (La Presa) che si rappresenta dai i tempi antichi a Settingiano.
L’opera viene preparata periodicamente dagli appassionati delle tradizioni popolari, che si rivelano sempre in tanti fra i Settingianesi e che collaborano in varie forme dalla partecipazione diretta nella rappresentazione teatrale, alle preparazioni delle strutture, delle scenografie e di quanto altro necessario per l’allestimento dell’opera, alla contribuzione volontaria che si dimostra sempre generosa e spontanea.
A Pigghiata è tratta da un antico manoscritto in versi di lingua italiana antica, di autore sconosciuto. Alcuni versi del 1° atto l’inferno sono tratti dal IV Canto della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. L’opera si distingue in due parti: la cosmica e la surreale.
La parte cosmica tutti gli angeli dell’inferno, convocati da Lucifero vengono informati dal Peccato del disegno di Dio di inviare sulla terra e sacrificare il proprio Figlio per redimere gli uomini ” a quell’uomo vile d i terra nato si deve usar tanta clemenza per l’origjnal peccato ma tu intero non sei, sei appassionato”.
La notizia provoca lo scompiglio e precipita nello sconforto tutti gli angeli infernali che , riuniti in gran consiglio, decidono una strategia per contrastare il disegno di Dio tanto dannoso. Inviano sulla terra il più potente degli spiriti infernali, il campione Belzebù per tentare di ” dileguar da Caifas tale idea, a noi troppa dannosa, ingiusta e ria”.
La parte surreale, Gesù entra in Gerusalemme acclamato dalla folla con le palme in mano. Raggiunge ed entra nel tempio scaccia i mercanti e compie il miracolo della guarigione del paralitico. Sacerdoti, Scribi e popolani assistono meravigliati ed allibiti.
Il Consiglio sentenzia la condanna a morte per Gesù. Compare l’apostolo Giuda atteso da Caifas per concordare il tradimento e preparare la cattura. Le scene seguenti, fino alla fine, rappresentano la ricostruzione delle ultime 24 ore di vita di Gesù.
L’ultima cena con gli apostoli, la cattura nell’orto degli ulivi, il processo davanti a Pilato, dove si rappresenta la ferocia degli accusatori, la generosa quanto inutile difesa di Gioseffo e la indecisione di Pilato che, alla fine, cede alle minacce del Gran Sacerdote Caifas e pronuncia la sentenza di condanna alla crocifissione per Gesù.
Fra le varie fasi del processo, si susseguono scene altamente drammatiche, quali: la fustigazione e la flagellazione di Gesù alla colonna; il pentimento di Pietro; Il pentimento di Giuda con il tragico epilogo della impiccagione; Gesù viene condotto al monte Calvario.
E ancora, l’incontro con Maria e con la Veronica che scopre il sudario dove è rimasto impresso il volto di Gesù; Crocifissione e miracolo della guarigione dell’occhio cieco del Longino con la conseguente conversione dello stesso Longino e del Centurione; deposizione di Gesù ai piedi della croce
L’opera si conclude con l’esortazione di Gioseffo agli spettatori presenti: ”Spettatori devoti, che alla pompa funebre del mio morto Gesù foste presenti, date segno di duolo, né vi dispiaccia intanto le sacre esequie accompagnar col pianto. Ite dnque felici anime, avventurate, e col suo sangue lavate; e del morto Gesù vi imprima amore, la croce all’alama e le sue piaghe al core” il disegno di Dio si realizza con la resurrezione di Cristo che questa opera non rappresenta.