16 Giugno 2015
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SOVERATO (CZ) – Intervista a Luca Michienzi, regista delle Troiadi
Luca Michienzi
«La rendita della cultura debba essere considerata come una rendita materiale»
Articolo e foto di Gianni ROMANO (Il Quotidiano del Sud)
SOVERATO (CZ) – 16 GIUGNO 2015 – Luca Michienzi, il 12 giugno, a cinque anni dalla prima rappresentazione, avvenuta nel 2010, si è ripetuta l’esperienza conclusiva del laboratorio di Teatro Classico realizzato nell’Istituto Salesiano di Soverato, dove venerdì sera gli studenti hanno messo in scena una nuova tragedia. Perché avete scelto le Troadi di Euripide?
«I motivi che abbiamo individuato con Don Luigi Martucci (direttore dell’istituto) , con Saverio Candelieri (preside del Liceo-Ginnasio) e con Anna Maria De Luca, sono molteplici. Primo di tutti è che quest’anno ricorre il centenario dello scoppio della I guerra mondiale e ci sembrava importante raccontare una guerra che in fondo fa parte delle nostre radici epico-culturali. La bellezza di come Euripide ha affrontato il tema è straordinario e attualissimo: col suo linguaggio poetico e, a tratti, brutale, ci dice che alla fine di una guerra non ci sono vincitori né sconfitti, ma tutti i contendenti subiscono lo stravolgimento delle loro esistenze a causa delle innumerevoli vittime che dovranno piangere. Inoltre, c’è il fascino dell’epica storia tra greci e troiani, quella raccontata nei poemi omerici, che in questo testo viene ripercorsa dal tragediografo, con grande sintesi e maestria».
Qual è il segreto di questa collaborazione, che diventa sempre più solida col passare del tempo?
«Lasciami dire subito che questo laboratorio è nato dall’incontro di due grandi personalità del teatro e della scuola, e cioè Pino Michienzi e Don Tobia Carotenuto, i quali per esigenze diverse hanno deciso di realizzare questo progetto, che tuttora va avanti. Pino, si è sempre trovato a suo agio con l’insegnamento di quella disciplina in cui eccelleva, il teatro. Don Tobia voleva riprendere una tradizione dell’istituto che si era persa da più di 10 anni. Ma la cosa fondamentale è l’amore per le giovani generazioni che accomunava entrambi. Io, Anna Maria e la nuova dirigenza scolastica, non stiamo facendo altro che portare avanti questo amore che anche noi sentiamo indispensabile per le nostre vite. E’ questo il segreto!
Il Teatro del Carro da sempre si dedica ai giovani, negli ultimi tre anni anche e soprattutto con la residenza teatrale “MigraMenti. Poetiche del Viaggio” a Badolato. Che sviluppi ci sono sulla residenza teatrale?
«Purtroppo, il progetto è finito a novembre, e si attende la nuova programmazione della Regione Calabria sulla cultura, ma al momento, anche a causa dell’assenza di un assessore di riferimento è tutto in fase di stallo. Inoltre, il comune di Badolato, oggi è commissariato, e la commissione straordinaria alla nostra proposta di continuare con l’attività teatrale in attesa dei nuovi bandi si è espressa dicendo che la cultura non è prioritaria per le attività del Comune e che l’immobile del teatro comunale “deve rendere”. Io, comprendendo le necessità di un comune, sono convinto che non si può, oggi come ieri, credere che la rendita della cultura debba essere considerata come una rendita materiale, in quanto la cultura porta benefici di sviluppo per la crescita umana e sociale di un luogo e di una comunità. Considerare la cultura come rendita materiale è, a mio giudizio, un errore di prospettiva sul futuro e sul senso di benefici per la società.
E quindi, quali progetti futuri per la il “Teatro del Carro”?
«Al momento, siamo impegnati nella realizzazione di un nuovo spettacolo innovativo e sperimentale, nato appositamente per il Gal – Serre Calabresi – Alta Locride, con la formula dello spettacolo teatrale strutturato in due fasi: una fase propriamente recitativa, seguita da un’altra propositiva/partecipativa, volta al coinvolgimento del pubblico affinché si possa con esso concretizzare riflessioni e aspirazioni su come vedono e vorrebbero vedere, quindi sognare, i propri territori. Capace di commuovere e far riflettere sorridendo, in cui lo spettatore più preparato riconosce le sue radici, la sua cultura, e si riconosce, e quello meno attento scopre l’essenza della Calabria attraverso le sue voci migliori, tra cui Alvaro, Rèpaci, Costabile, Argiroffi, Campanella, Cassiodoro, Curcio, Michienzi. Il titolo di questo progetto teatrale sarà “I luoghi che vorrei” e verrà rappresentato sabato 20 giugno a Soverato, domenica 28 giugno a Roccella Jonica e sabato 4 luglio a Borgia».