11 Marzo 2018
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SOVERIA MANNELLI (CZ) – OSPEDALE, MAIDA: «RISCHIO BANCAROTTA PER PENSIONAMENTI»
“Potrebbe essere una ecatombe di proporzioni molto pericolose e di complessità inaudita”
di REDAZIONE
SOVERIA MANNELLI (CZ) – 11 MARZO 2018 – “Quella che si potrebbe profilare da qui a giugno, ovvero tra tre mesi”, nell’ospedale di Soveria Mannelli, “potrebbe essere una ecatombe di proporzioni molto pericolose e di complessità inaudita”.
Ne è convinto Antonio Maida presidente del Comitato ProOspedale del Reventino , perché spiega con un comunicato “dall’intero corpo del personale dell’ospedale sono ben 11 le defezioni dovute ai prossimi pensionamenti.
La medicina – aggiunge – paga il dazio maggiore con tre operatori che saranno fuori rosa su un complessivo di 14 persone. Ma anche il Pronto Soccorso perderà un’unità, come la cardiologia e la radiologia.
Va peggio – prosegue Maida – alla farmacia interna che ne perderà due di unità, dove ne resterà uno solo. Altra unità verrà persa in gastroenterologia, servizio che sta prendendo piede per numero di prestazioni”.
Proseguendo nella sua analisi Maida scrive: “poi resistono servizi come l’ambulatorio di ortopedia con una sola unità e l’accettazione sempre con una sola unità. Intanto si attendono i due tecnici per il laboratorio analisi e un altro medico oltre le cinque unità da dispensare nei vari servizi, almeno questo è negli intenti dell’azienda per come dettoci personalmente dal DG Giuseppe Perri. Posto che sia così, l’ammanco resta di altre cinque unità che devono essere sopperite con innesti anzitempo, onde evitare crisi come quella vissuta ultimamente dall’ufficio ticket”.
Maida poi spiega che “la ragione di quanto scritto va nella direzione di avvisare chi di competenza a volerne prenderne atto con il dovuto interesse. In pratica – prosegue – da qui a giugno, si dovrà mettere mano alla mobilità interna o originare assunzioni in deroga per rimpiazzare ben sette infermieri professionali, due generici, e due amministrativi per la farmacia.
Una situazione – conclude – limite che va al di là del minimo sindacale, prefigurando una condizione simile a una “bancarotta”.