SQUILLACE, COLPO DI SCENA (AGGIORNATO)

Pasquale Muccari ritira dimissioni e chiede al prefetto rassegnazione termine per convocare nuova seduta consiglio comunale su assestamento bilancio

di Franco POLITO

SQUILLACE (CZ) –  23 AGOSTO 2018 –  “Colpo di scena” avrebbe detto Mike Bongiorno.

Dopo le dimissioni di lunedì scorso, seguite alla mancata approvazione in Consiglio dell’assestamento del bilancio con conseguente “caduta” dell’amministrazione comunale, l’(ex) sindaco Pasquale Muccari tenta la “giocata ad effetto”.

Muccari ha ritirato le dimissioni ed ha chiesto al prefetto di Catanzaro la “rassegnazione” dei termini per convocare un nuovo consiglio comunale.

L’appiglio giuridico della richiesta sarebbe un “difetto” nella notifica della diffida prefettizia a convocare l’assise entro venti giorni dalla  scadenza, fissata al 31 luglio, del termine ordinario di convocazione per la discussione dell’importante pratica “economica”.

Questo dopo che la seduta dell’8 agosto era stata rinviata a data da destinarsi per «esigenze di approfondimento  – così la nota inviata dal presidente del Consiglio Paolo Mercurio ai consiglieri –  relative all’istruttoria inerente il debito, transato dal sindaco con la società “Ica S.p.a.” e inserito nella manovra di riequilibrio di bilancio». 

Il prefetto avrebbe inviato la notifica solo sulla pec del sindaco. Il primo cittadino è anche consigliere comunale: in questa sua veste, come avvenuto per gli altri componenti il Consiglio e per il segretario comunale, Muccari non avrebbe ricevuto copia cartacea della diffida tramite messo notificatore.

All’orizzonte, inoltre, è spuntata un’altra “chicca giuridica”: gli uffici avrebbero formalmente accertato la situazione di grave incompatibilità in cui verserebbe un consigliere comunale.

Tanta carne al fuoco, insomma, per una vicenda tutta nelle mani del prefetto. Il rappresentante di  governo ha due vie: o dare seguito alla decisione del consiglio comunale di non approvare l’assestamento e iniziare la procedura di scioglimento dell’ente con invio di un commissario fino a nuove elezioni o accogliere l’istanza di Muccari concedendogli un (nuovo) termine per convocare una nuova assise.

Una risposta al “dilemma” arriverà (anche) dal comma 2 dell’articolo 50 del Regolamento di disciplina del  consiglio comunale. “L’eventuale tardiva, omessa o irregolare comunicazione dell’avviso di convocazione è sanata dalla presenza del consigliere in adunanza, salvo che il consigliere, all’apertura della seduta, non eccepisca apposita pregiudiziale” c’è scritto nella norma. 

Fate voi.