SQUILLACE (CZ) – IL “PATRIMONIO AL FUTURO” DI GIULIANO VOLPE
Presentato libro presidente Consiglio Superiore Beni Culturali. «In Italia difficile cambiare le cose» ha detto
Articolo e foto di Salvatore TAVERNITI (Gazzetta del Sud)
SQUILLACE (CZ) – 20 MAGGIO 2016 – «In Italia è sempre difficile cambiare qualcosa. Si registrano sempre resistenze. E ciò accade anche nel settore dei beni culturali».
Lo ha affermato Giuliano Volpe, presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali e paesaggistici, nel corso della presentazione del suo libro “Patrimonio al futuro”, nella “Casa delle culture” di Squillace, su iniziativa dell’Istituto di studi su Cassiodoro, in collaborazione con il Comune, l’Ordine degli architetti, InarSviluppo e InarSind.
Con Volpe hanno discusso la soprintendente per i Beni Culturali di Agrigento Caterina Greco, il presidente dell’Ordine degli architetti della provincia di Catanzaro Giuseppe Macrì, Oriana Cuccu, della presidenza del Consiglio dei ministri e Battista Sangineto, docente di archeologia all’Unical. I saluti e l’introduzione sono stati svolti dalla segretaria provinciale InarSind Maria Teresa, dal sindaco di Squillace Pasquale Muccari, dal presidente dell’Istituto Cassiodoro Chiara Raimondo e da Antonino Renda e Domenico Attinà, rispettivamente di InarSviluppo e InarSind.
Volpe, con il suo volume, che ha ispirato la riforma Franceschini, offre idee e proposte innovative nel campo della valorizzazione dei beni culturali, soffermandosi sullo scenario attuale e su quello possibile per il patrimonio e il paesaggio italiano. «Siamo passati – ha spiegato – dalla relazione della commissione guidata da Francesco Franceschini (1964-1967) sulla tutela e valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, artistico e del paesaggio, alla libertà di scattare foto nei musei. E’ necessaria, infatti, una profonda opera di innovazione culturale da riempire di contenuti: tutela, restauri, comunicazione, libera circolazione di informazioni, coinvolgimento dei cittadini nella gestione del patrimonio storico».
Alcuni vedono nella riforma una rivoluzione benefica, altri uno smantellamento del sistema attuale, ma – come ha sottolineato Volpe – la Costituzione parla di sviluppo della cultura, non di appiattimento. «Il patrimonio culturale – ha rimarcato – significa paesaggio, museo vivente dell’evoluzione culturale, palinsesto di paesaggi stratificati, patrimonio di immagini condivise. E’ un errore contrapporre tutela a valorizzazione, essendo indispensabile sia conservare e tutelare sia valorizzare, fare in modo che tutti i cittadini, e non solo ristrette élites, si riapproprino del patrimonio culturale. Insomma non si tratta di rottamare il passato, ma di trasmettere la tradizione arricchendola».
Volpe, al termine, ha esortato tutti alla collaborazione, a costruire “un’alleanza degli innovatori”, per attuare un progetto capace di metter in discussione certezze granitiche e privilegi.