2 Marzo 2017
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SQUILLACE (CZ) – L’INTEGRAZIONE DIVENTA UNA “BABILONIA AI FORNELLI”
Laboratorio di cucina ha visto la partecipazione degli stranieri non accompagnati e adulti delle strutture di Squillace, Gasperina e Girifalco
Articolo e foto di Salvatore TAVERNITI (Gazzetta del Sud)
SQUILLACE (CZ) – 2 MARZO 2017 – “Babilonia ai fornelli” è il tema del laboratorio di cucina, concluso nello scorso fine settimana, nell’ambito del progetto “Integrazioni”, a cura della Fondazione “Città Solidale Onlus” e patrocinato dal Servizio centrale Sprar (sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) del Ministero dell’Interno.
Il corso ha visto la partecipazione di beneficiari delle strutture per minori stranieri non accompagnati “Il Golfo” ed il “Vivarium” di Squillace, insieme a quelli dei centri Sprar per adulti di Girifalco e Gasperina. L’obiettivo principale era quello di costruire percorsi di integrazione validi e che possano dare l’opportunità ai giovani partecipanti di conoscere il mondo della ristorazione.
I ragazzi hanno dimostrato abilità nascoste, mettendo a disposizione le antiche tradizioni culinarie africane, con la preparazione di piatti tipici come il “pollo yassa” e il “riso benachin”. Il corso ha visto anche la collaborazione della “Scuola italiana pizza”, con gli istruttori Amedeo Frandina e Gaetano Mele e del suo presidente Michele Intrieri.
Quest’ultimo ha evidenziato che «in un Paese come l’Italia, che sempre di più va alla ricerca di sapori e cucine etniche, ci auguriamo che qualcuno di questi giovani immigrati possa diventare un giorno uno chef o un pizzaiolo capace di miscelare gusti e sapori lontani con le nostre tradizioni culinarie». In futuro si prevede l’attivazione di tirocini formativi presso attività di ristorazione e panificazione della provincia di Catanzaro.
L’assistente sociale Antonietta Rao, referente dei progetti “Il Vivarium” ed “Il Golfo”, si è detta entusiasta dell’abilità dimostrata dai partecipanti al corso. Stessa soddisfazione è stata espressa da padre Piero Puglisi, presidente di “Città Solidale”, secondo il quale «attraverso azione mirate e coinvolgenti potremo superare le barriere della diffidenza ed al tempo stesso costruire veri percorsi di integrazione».