24 Febbraio 2018
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SQUILLACE (CZ) – PELLEGRINO IN MEZZO A TUTTI I FRATELLI
Visita pastorale monsignor Vincenzo Bertolone ha fatto tappa al centro accoglienza minori stranieri non accompagnati
Articolo e foto di Salvatore TAVERNITI (Gazzetta del Sud)
SQUILLACE (CZ) – 24 FEBBRAIO 2018 – Nell’ottica dell’attenzione verso tutti i fratelli, anche stranieri, l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, ha compiuto una visita al centro di accoglienza minori stranieri non accompagnati “Il Golfo” di Squillace, all’interno del progetto Sprar (sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) “Catanzaro minori”.
Un incontro inaspettato per i ragazzi, che hanno dimostrato entusiasmo nell’accogliere l’arcivescovo in quella che sentono a tutti gli effetti la loro casa. La struttura di Squillace accoglie al suo interno minori di svariate nazionalità (Nigeria, Gambia, Ghana, Somalia, Guinea, Pakistan), con diverse appartenenze culturali e religiose, che si sforzano e quasi sempre riescono a convivere quotidianamente in pace ed armonia.
Il responsabile di struttura, Domenico Mardente, ha presentato al presule i componenti dell’équipe e le attività che si svolgono dentro e fuori dalla struttura. Si tratta di azioni mirate per ogni singolo beneficiario e programmate all’interno di piani educativi individualizzati, che puntano soprattutto all’autonomia e alla costruzione di un’integrazione sul territorio che deve necessariamente passare dalla conoscenza delle diversità e dall’arricchimento stesso che ne può derivare.
L’incontro con l’arcivescovo è stato caratterizzato da una grande semplicità, in un vero e proprio clima familiare. Monsignor Bertolone ha desiderato parlare con i ragazzi e, seduto insieme a loro nella sala socializzazione, ha voluto ascoltare le storie di ognuno, conoscendo i loro percorsi di resilienza, la loro voglia di cambiare la propria vita, di migliorarla per poter aiutare le famiglie nei paesi di origine.
A tratti si è percepita all’interno della sala un’emozione palpabile, un sentirsi figli di Dio, indipendentemente dal fatto dell’essere musulmani o cristiani. L’incontro si è concluso simpaticamente, con la canzone rap composta da uno dei minori accolti, in cui il ragazzo ha raccontato come la vita possa essere difficile e nello stesso tempo incerta se non ci si affida a Dio nella preghiera.
Una bella esperienza, segno di un cammino di speranza avviato anche nella nostra regione.