STALETTI’ (CZ) – Bomba “Guglielmo”, gli atti passano alla Dda di Catanzaro
Daniele Rossi, manager del gruppo Guglielmo, agli attentatori:«Da noi non avrete nulla»
di Franco Polito
STALETTI’ (CZ) – 14 GIUGNO 2014 – GIU – Nell’immediatezza del fatto, il sostituto procuratore di turno della Procura di Catanzaro, Saverio Vertuccio, ha disposto una serie di atti urgenti ma nei giorni che seguiranno il fascicolo lo passerà alla Dda. Il “passaggio di consegne” della documentazione conferma l’ipotesi di attentato intimidatorio.
Saranno, dunque, i magistrati catanzaresi che si occupano di criminalità organizzata a lavorare sulla bomba che ha distrutto l’ingresso del ristornante del “Villaggio Turistico Guglielmo” a Copanello di Stalettì.
L’ingresso fatto saltare in aria
Dalle prime ricostruzioni di quanto accaduto pare che l’ordigno si stato collocato fuori del locale, nella parte esterna alla saracinesca del ristorante. L’esplosione ha distrutto una vetrata e danneggiato l’ingresso della struttura.
Fino a poche ore prima della deflagrazione, il ristorante era frequentato da un bel numero di clienti. Si tratta principalmente degli ospiti presenti nel villaggio turistico che, tra l’altro, con l’inizio del caldo e delle temperature estive comincia a riempirsi di frequentatori, soprattutto russi. La zona, infatti, è una delle mete turistiche più ambite e rinomate della costa ionica catanzarese.
L’esplosione ha svegliato l’intero villaggio suscitando preoccupazione tra gli ospiti e le famiglie residenti a Copanello.
Sul luogo dell’attentato si sono recati i carabinieri della compagnia di Soverato, quelli del reparto operativo provinciale di Catanzaro ed i vigili del fuoco.
Tra le prime operazioni compiute dagli inquirenti, una serie di accertamenti scientifici per risalire agli autori dell’attentato. Da quanto emerso l’esplosione è stata provocata da un potente ordigno artigianale, caricato con molta polvere da sparo e collegato ad una miccia. Il bilancio parla di danni ingenti, ma che, comunque, non compromettono l’avvio regolare della stagione estiva.
L’accaduto ha scatenato la reazione di Daniele Rossi presidente di Confindustria Catanzaro e manager del gruppo Guglielmo. In un tweet dal tono inequivocabile ha detto: «Da noi non avrete nulla». Lui e la sua famiglia, invece, hanno ricevuto tanti attestati di stima e solidarietà da parte del mondo istituzionale e della società civile.
Un immagine all’interno del “Villaggio Guglielmo”
Nei giorni scorsi da Rossi è partita una lettera -appello in cui ha chiesto «perché in Calabria non scoppia una rivolta sociale? E’ da questa domanda che voglio partire non certo per proporre l’ennesimo spunto polemico a un dibattito pubblico in verità molto inadeguato rispetto ai drammi esistenti, ma per lanciare un messaggio non rituale e non ipocrita. La condizione della Calabria è letteralmente sconcertante. Sento il dovere di lanciare un appello ai giovani di questa terra di essere sempre liberi di scegliere il proprio futuro, non devono essere gli altri a scegliere per voi così da farvi rimanere sempre sotto una cappa, giovani calabresi che sono stati privati del diritto di vivere in modo civile, di avere un lavoro, una casa e una famiglia”.
Ribelliamoci in modo democratico, ma ribelliamoci. Non facciamoci più abbindolare da promesse scellerate. La Calabria ha bisogno di una vera rivoluzione nei contenuti e nei metodi dell’agire politico».
Non è la prima volta che le strutture del gruppo Guglielmo vengono prese di mira. Ad agosto di due anni addietro, sempre a Copanello di Stalettì, vennero messi a fuoco due camion dell’azienda parcheggiati nell’interno dello stabilimento per la torrefazione del caffé,
Quell’episodio innescò la reazione dei dipendenti della torrefazione che, per difendere la struttura e l’attività di produzione, organizzarono turni di guardia provocando molto clamore giornalistico.