TRAGEDIA MIGRANTI, DONNE SPI CGIL E AUSER CHIARAVALLE CENTRALE: «NON DOVEVANO MORIRE»
Riceviamo e pubblichiamo:
CHIARAVALLE CENTRALE (CZ) – 5 MARZO 2023 – «Il Coordinamento Donne Spi Cgil e il Circolo Auser di Chiaravalle Centrale esprimono profonda tristezza e immenso dolore per il naufragio di migranti avvenuto sulla spiaggia di Steccato di Cutro il 26 febbraio scorso.
E’ una tragedia che colpisce i più intimi dei nostri sentimenti e il nostro cuore.
Purtroppo non è che l’ultimo drammatico episodio che accumuna il destino di tanti esseri umani: quello di perdere le loro vite nell’acque del Mediterraneo.
Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni sono almeno 26000 le persone morte nel Mare Mediterraneo negli ultimi 10 anni. Insomma, il nostro mare è diventato un buco nero che ingoia esistenze, un grande cimitero.
L’Europa, tradendo i suoi valori di libertà e democrazia, è sempre più una fortezza inespugnabile.
Accordi con governi autoritari, barriere, muri e fili spinati ne impediscono l’accesso a migliaia di donne, uomini, bambini e bambine in cerca di pace, in cerca di un posto dove vivere dignitosamente lontani da guerre, persecuzioni, dittature, fame e sete. Non possiamo restare indifferenti.
Il ministro degli Interni, che lo sottolineiamo ha giurato sulla Costituzione della Repubblica Italiana e quindi si è solennemente impegnato a rispettarne anche i principi, nelle ore immediatamente successive ha dichiarato: “non dovevano partire”.
Noi diciamo: “non dovevano morire”. Di fronte a fatti come questi è necessario schierarsi, prendere posizione e il Coordinamento Donne Spi Cgil e il Circolo Auser di Chiaravalle Centrale sono, senza se e senza ma, dalla parte dei migranti, del loro diritto a vivere, del loro diritto a spostarsi per trovare migliori condizioni di vita, della loro dignità.
Noi siamo e saremo sempre dalla stessa parte.
Noi il prossimo 8 marzo alle ore 11.30 saremo sulla spiaggia di Steccato di Cutro a depositare mimose per onorare tutte quelle donne e quegli uomini che, sognando una vita migliore per sé e per i propri figli, hanno invece trovato una morte ingiusta nel nostro Paese».