“TUTTI I SOGNI ANCORA IN VOLO”, LA VOCE DI MASSIMO RANIERI SQUARCIA IL CIELO DI SOVERATO
“L’Istrione” ha conquistato il pubblico dell’Arena sul Lungomare con un coinvolgente viaggio tra canto, recitazione e danza, sketch divertenti e racconti inediti
di Emilia CUTULLÈ e Franco POLITO
– SOVERATO (CZ) – 22 AGOSTO 2024 – Un sognatore nato, che non ha mai smesso di sognare.
E di far sognare con le sue canzoni, le sue interpretazioni, la sua gestualità.
La voce di Massimo Ranieri ieri sera squarcia il cielo di Soverato e conquista l’Arena del Lungomare nel concerto – spettacolo messo in piedi da Gianluigi Fabiano di “Gf Entertainment” e “L’Altro Teatro”, con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Soverato e la collaborazione di “Armonie d’Arte Festival”.
“Tutti i sogni ancora in volo” è un immenso – grande show, un inno all’amore, «sogno di innamorarmi ancora, di trovare l’amore della mia vita», confessa “l’Istrione” più volte.
E invita il pubblico a non smettere mai di sognare mentre, sfoderando il suo straordinario repertorio musicale, racconta una carriera unica.
Brani senza tempo, capaci di segnare la storia della musica italiana, che hanno emozionato e continuano a far alzare lo sguardo verso il cielo: “Erba di casa mia”, “Vent’anni”, “Ti penso”, “Rose Rosse”, “L’istrione”, “La Vestaglia”, “Perdere l’amore” trascinano l’Arena in uno un coinvolgente viaggio tra canto, recitazione e danza, sketch divertenti e racconti inediti.
Da Gianni Rock (il suo primo nome d’arte) all’incontro con Giorgio Strehler, dall’appartamento familiare di uno stabile del rione Santa Lucia a Napoli (da una finestrella osservava il mare) allo sbarco a Milano è un susseguirsi di emozioni che Massimo “imbocca” con la sua innata simpatia napoletana che, prepotente, emerge quando propone “Pigliate ‘na pastiglia” di Renato Carosone.
E l’Arena lo asseconda in tutto, anche quando tocca alla struggente “Resta cu ‘mme” di Domenico Modugno.
O quando “sussurra” la bellezza artistica e di pensiero di Vittorio De Sica e Cesare Zavattini.
«Sì, sì, applaudite applaudite, in una società di cui non sappiamo dove vuole andare, dobbiamo ritrovare il gusto delle cose belle che ci facciano sempre emozionare, sognare e innamorare sapendo che la finestrella da cui guardare il mare è sempre lì» dice l’artista.
I decibel si alzano con “Se bruciasse la città” e lo show cattura e stupisce con le grandi melodie senza tempo, i suoi brani più celebri e l’incanto affabulatorio della sua interpretazione.
Massimo si muove con leggiadria, è un tutt’uno con la magnifica band composta da Stefano Proietti al pianoforte, alle tastiere e voce Giovanna Perna, al basso Emanuele Ciampichetti, alla batteria Luca Troll, percussioni di Arnaldo Vacca, alle chitarre Andrea Pistilli e Tony Puja, violino e voce Valentina Pinto e una nuova sessione di fiati con al sax Max Filosi, la voce e il sax di Cristiana Polegri.
La serata è magica, lo si percepisce dalle prime note e dalle prime movenze.
I sussulti finali sono con il pubblico in piedi per “accompagnare” l’immensa “Perdere l’amore” e l’ultima emozione regalata da Massimo che, invocato a gran voce, fa calare il sipario con “Anema e core”.
“L’Istrione” se ne va con la sua voce esplosiva a cui si sono inchinati anche il cielo e il mare di Soverato.