6 Novembre 2019
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VACANTIANDU, APPLAUSI A SCENA APERTA PER LA “FILUMENA MARTURANO” DI ARCHIVIO FUTURO DI NAPOLI
Il primo appuntamento con il Gran Premio Teatro Amatori italiano ha portato in scena al Teatro Comunale Grandinetti di Lamezia Terme la famosa commedia di Eduardo
di REDAZIONE
LAMEZIA TERME (CZ) – 6 NOVEMBRE 2019 – Prosegue con successo larassegna teatrale Vacantiandu 2019.2020con la direzione artistica di Diego Ruiz e Nico Morelli e la direzione amministrativa di Walter Vasta che quest’anno ospita, per la prima volta in Calabria, il Gran Premio del Teatro Amatoriale italiano. La manifestazione è organizzata a livello nazionale dalla Federazione Italiana Teatro Amatori (FITA) e, per questa edizione, si avvale della collaborazione organizzativa della compagnia teatrale I Vacantusi e del patrocinio della Regione Calabria.
Il primo appuntamento con il Gran Premio Teatro Amatori italiano ha portato in scena, al Teatro Comunale Grandinetti di Lamezia Terme, Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, regia di Peppino Colace.
La regia di Colace ha offerto una lettura rigorosa del capolavoro eduardiano. La scenografia,firmata daGiovanni Balzano, ha ricreato in modo fedele l’ambiente borghese di casa Soriano con minuziosa cura dei dettagli. Il rapporto esterno/interno è stato risolto con l’installazione,sulla quinta di fondo, di un grande schermo retroilluminato su cui venivano proiettate delle immagini per dilatare lo spazio scenico, creando nuovi ambienti esimulare profondità, guidando lo sguardo degli spettatori all’esterno.
Potente e commovente l’interpretazione di Ornella Girimonte che ha dato voce e lacrime alla protagonista. La “sua”Filumena è una donna moderna con lo spirito da guerriera. L’inganno a cui ricorre per riprendersi ciò che la vita le ha sottratto è in realtà provocazione e rivolta nei confronti di quell’uomo, Don Mimì Soriano, che non ha mai saputo apprezzare il suo amore incondizionato e sofferto.
Ed è proprio sulla diade Filumena/Domenico che si sviluppa il lavoro registico di Colace il quale, con felice intuizione, rappresenta i due mondi socialiincarnati daFilumena e da Don Mimì, ponendo i due protagonisti,nel primo atto, a distanza sideralein una sorta di monolitica staticità. Eppure quel vuoto che si nutre di rancori, ripicche e rivendicazioni via via si riduce.
Don Mimì Soriano, nella lucida e misurata interpretazione di Mario Troise,rinuncia al suo delirio di onnipotenza in un corpo finito e inizia un viaggio introspettivo che lo porterà ad una conversione del cuore. Il pianto finale di Filumena è pianto di riscatto e di libertà. Riscatto sociale e libertà di essere finalmente donna e madre legittimamente accettata e riconosciuta.
Incisive e ben delineate le interpretazioni di tutti gli altri personaggi che contribuiscono alla coralità della commedia. Irresistibile la vis comica di Rosalia (Elena Maggio) a cui fa da perfetto contraltare l’indolente umorismo di Alfredo (Gianni Vano) mentre l’affettata eleganza di Diana(VickyColace) si interfaccia con la plebea sensualità di Lucia (IlariaTroise). Ben disegnati i personaggi dei figli: il riservato e compito Umberto (Errico Piccolo), ilsemplice e cordiale Michele (Ben Maggio),il distante e supponente Riccardo(Raffaele Cosentino). Gustosa l’interpretazione dell’avvocatoNocella (Franco Londino), molto gradevoli le fugaci apparizioni dei garzoni (Peppino Colace e Dalila Di Marco) e di Teresina la sarta (Annamaria Colace).
La Compagnia Archivio Futuro di Napoli con Filumena Marturano rappresenta la Campania, prima tra le 14 regioni italiane selezionate a partecipare alla 5° edizione del Gran Premio del Teatro Amatoriale italiano.
Lo spettacolo è stato valutato da una giuria composta da sette giurati con competenze specifiche a diverso titolo nel settore i quali,nel Gran Galà finale del 29 marzo 2020, assegneranno 8 premi: Miglior spettacolo, Miglior attore/attrice protagonista, Miglior attore/attrice non protagonista, Miglior allestimento, Miglior testo e Miglior regia.
Al termine della rappresentazione, il consueto omaggio della tradizionale maschera, simbolo della rassegna Vacantiandu,ideata dal graphic designer Alessandro Cavaliere e realizzata dal maestro Raffaele Fresca, che il direttore artistico Nico Morelli e il direttore amministrativo Walter Vasta hanno consegnato a Peppino Colace.