VERDE URBANO, ITALIA NOSTRA SOVERATO – GUARDAVALLE SCRIVE AI SINDACI DEL COMPRENSORIO
Riceviamo e pubblichiamo lettera indirizzata ai primi cittadini di Soverato; Satriano; Davoli; San Sostene; Sant’Andrea Apostolo dello Ionio; Isca sullo Ionio; Badolato; Santa Caterina dello Ionio; Guardavalle; Argusto; Gagliato; Chiaravalle Centrale; Palermiti; Montauro; Montepaone; Gasperina; Petrizzi; Cenadi; Centrache; San Vito sullo Ionio; Olivadi; Vallefiorita; Cardinale e Torre di Ruggero
– MONTEPAONE (CZ) – 19 MARZO 2024 – «Gentili Sindaci e Amministratori, come ben sapete dal 31 gennaio 2024 il Consiglio Regionale della Calabria (https://www.consiglioregionale.calabria.it › upload) si è finalmente dotato della LEGGE REGIONALE 7 febbraio 2024, n. 7 “NORME IN MATERIA DI VALORIZZAZIONE DELLE AREE VERDI E DELLE FORMAZIONI VEGETALI IN AMBITO URBANO” per garantire la piena funzionalità e il corretto uso del verde urbano, al fine della effettiva valorizzazione dello stesso.
Tale normativa “riconosce e valorizza l’ecosistema urbano come luogo abitato dalla componente umana, vegetale e animale in stretta correlazione tra di loro e l’ambiente.
In particolare, valorizza e protegge le aree verdi e le formazioni vegetali in virtù del ruolo che esse svolgono nell’implementazione dei servizi ecosistemici, come la riduzione degli inquinanti atmosferici e la riduzione del dissesto idrogeologico, così da migliorare la qualità della vita nelle città e 2 realizzare le condizioni che garantiscono la vita delle alberature e del verde così da implementare i servizi ecosistemici, contribuire alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, aumentare la resilienza degli ecosistemi e limitare i rischi legati al dissesto idrogeologico”.
La Regione Calabria fornisce inoltre, “agli enti locali indirizzi per riqualificare, progettare, gestire, tutelare, fruire e manutenere, secondo criteri di sostenibilità ambientale, il capitale naturale nel contesto urbano”.
Dunque si parla finalmente di “capitale naturale” riconoscendo nel verde pubblico un valore intrinseco e al fine di “garantire la piena funzionalità e il corretto uso del verde urbano, al fine della effettiva valorizzazione dello stesso e per godere dei benefici erogati ai cittadini dai servizi ecosistemici nel breve, medio e lungo periodo, individua i seguenti tre strumenti tra di loro complementari e non alternativi: il censimento comunale del verde urbano, il regolamento comunale del verde urbano, il piano comunale del verde urbano”.
Il censimento, pertanto, è “il primo strumento conoscitivo, propedeutico alla corretta programmazione, pianificazione, progettazione, valorizzazione ed eventuale riqualificazione del patrimonio verde urbano”… e richiama “l’obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato residente e di ciascun minore adottato”.
Con l’attuale legge tale obbligo è esteso ai Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti.
Riconoscendo nel verde pubblico un patrimonio della collettività e prevedendone un censimento, la legge prevede la tutela e la “corretta gestione degli alberi di pregio e monumentali, anche ai sensi delle norme di attuazione del Quadro territoriale regionale a valenza paesaggistica, procedure di autorizzazione e di comunicazione degli interventi di abbattimento degli alberi e indicazioni delle misure di compensazione ambientale”.
I Comuni sono richiamati a preservare dal danneggiamento e dall’abbattimento la vegetazione arborea cittadina di rilevanza paesaggistica, botanica, storico-culturale o monumentale, a incrementare all’interno dei propri territori le alberature nelle strade e nelle piazze pubbliche, nei filari alberati, nei parchi e giardini pubblici.
È vietato capitozzare, abbattere, eradicare, danneggiare alberi e siepi; danneggiare le reti ecologiche cittadine; intervenire, nei periodi di nidificazione, sulla vegetazione ospitante nidificazioni dell’avifauna migratoria o della fauna urbana.
La potatura ordinaria degli alberi collocati in contesti naturali, parchi o giardini, è limitata a interventi di correzione e messa in sicurezza ed è prevista la difesa fitosanitaria dove occorre.
Questa Legge rappresenta una linea di confine tra ieri e oggi, dal tempo in cui “liberamente” le Amministrazioni locali potevano decidere di abbattere alberi con il solo parere dell’ufficio tecnico e senza alcuna perizia specialistica sulla salute e sulla stabilità degli alberi e del verde in genere, a un oggi che sancisce il rispetto e la cura del Verde pubblico.
Le consuete pratiche, possibili fino a ieri, hanno inoltre utilizzato denaro pubblico con interventi inutili e spesso dannosi. Uno spreco di risorse pubbliche che potrebbero essere usate per altre finalità.
Si tratta di reati amministrativi reiterati da diversi anni a questa parte con abbattimento o capitozzature di alberature; incarichi spesso assegnati con dubbie procedure e danni enormi alla vegetazione e alla fauna, senza adeguata perizia, con le aziende appaltatrici che possono trattenere per sé il cippato o magari rivenderlo, visto gli altissimi costi del legname e del pellet.
Non dobbiamo dimenticare anche i profitti dell’ancora attiva Centrale a biomasse del Mercure che, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, continua a bruciare, ogni anno, 350.000 tonnellate di alberi, anche grazie, purtroppo, al supporto delle Amministrazioni complici e di chi dovrebbe tutelare l’area protetta.
Politici e professionisti hanno spesso fatto leva sull’incolumità pubblica per tagliare alberi anche sani e di grande dimensione ma dai dati italiani negli ultimi anni si evince che il numero delle vittime è piuttosto dovuta alla inadeguatezza e alla cattiva manutenzione delle strade e ne abbiamo la prova con la SS 106 che collega i nostri centri costieri.
Oggi tutto ciò non è più legale e non è più compatibile con il rapidissimo cambiamento climatico che stiamo vivendo sulla nostra pelle.
Ogni albero produce in media 30 litri di ossigeno al giorno, contribuisce a raffrescare l’aria nelle sempre più afose estati, sono fonte di biodiversità e servono a contenere il sempre più evidente cambiamento climatico. Inoltre abbelliscono e caratterizzano il paesaggio delle nostre cittadine.
Sono questi gli unici esseri viventi in grado di rallentare questo processo 3 ormai irreversibile e dovremmo piuttosto piantarne centinaia, migliaia e decine di migliaia, dovremmo essere noi a proteggerli, curarli e rispettarli.
E mentre s‘invoca al “consumo di suolo zero” il Rapporto sul consumo di suolo in Italia 2023, pubblicato dall’ISPRA, conferma che il processo del consumo del suolo ha raggiunto la velocità di 2,4 metri quadrati al secondo, avanzando, in soli dodici mesi, di altri 77 km2, oltre il 10% in più rispetto al 2021.
Chiediamo, dunque, a Voi Amministratori, di interrompere immediatamente ogni progetto di abbattimento di alberi o di capitozzature nel rispetto della normativa regionale vigente e nel rispetto degli unici esseri viventi indispensabili alla vita sul Pianeta, di non rendervi ancora complici di scempi e danni al Patrimonio verde e iniziare, piuttosto, a invertire una tendenza scellerata reiterata da decenni e incominciare a piantumare invece che abbattere, ad abbellire invece che abbruttire, a raffrescare invece che surriscaldare, a migliorare la qualità di vita nelle nostre cittadine.
Cordiali saluti».
Angela Maida Presidente Italia Nostra “Paolo Orsi” Soverato – Guardavalle