22 Maggio 2020
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VIRUS, LA FASE ACUTA SEMBRA ESSERE ALLE SPALLE
Casi in calo in tutta Italia. Il vaccino entro l’estate 2021. contagi in leggero aumento. 130 vittime nelle ultime 24 ore
Fonte: ANSA. IT
PRESERRE (CZ) – 22 MAGGIO 2020 – Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul nostro territorio, a oggi, 22 maggio, il totale delle persone che hanno contratto il virus è di 228.658, con un incremento rispetto a ieri di 652 nuovi casi.
Il numero totale di attualmente positivi è di 59.322, con una decrescita di 1.638 assistiti rispetto a ieri.
Tra gli attualmente positivi, 595 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 45 pazienti rispetto a ieri.
8.957 persone sono ricoverate con sintomi, con un decremento di 312 pazienti rispetto a ieri.
49.770 persone, pari all’84% degli attualmente positivi, sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Rispetto a ieri i deceduti sono 130 e portano il totale a 32.616. Il numero complessivo dei dimessi e guariti sale invece a 136.720, con un incremento di 2.160 persone rispetto a ieri.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 25.933 in Lombardia, 8.452 in Piemonte, 4.730 in Emilia-Romagna, 3.023 in Veneto, 1.786 in Toscana, 1.908 in Liguria, 3.635 nel Lazio, 1.768 nelle Marche, 1.292 in Campania, 1.838 in Puglia, 607 nella Provincia autonoma di Trento, 1.519 in Sicilia, 485 in Friuli Venezia Giulia, 1.179 in Abruzzo, 224 nella Provincia autonoma di Bolzano, 59 in Umbria, 306 in Sardegna, 43 in Valle d’Aosta, 302 in Calabria, 184 in Molise e 49 in Basilicata.
L’indice Rt della Lombardia è passato da 0,62 a 0,51 quindi è passato “da moderato a basso”. L’assessore al Welfare della Lombardia lo ha spiegato in diretta Facebook aggiungendo che è un dato più basso di quello di altre regioni come Veneto che è a 0,56, Abruzzo (0,89), Lazio (0,71) o Toscana (0,59). L’istituto superiore “ha sottolineato l’efficacia messa in campo dalla Regione Lombardia”.
“In tutte le regioni i casi sono in decremento ma rimangano le differenze tra le regioni che dividono sostanzialmente in tre aree il paese. Anche in Lombardia c’è un decremento giornaliero dei casi”. Lo ha detto il Presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro.
“La curva epidemica è stabile ed in calo. Ora tanto più andremo verso un numero di casi limitato tanto più il sistema sarà sensibile per individuare subito i casi. Sta crescendo la quota degli asintomatici”.
C’è una grande oscillazione dell’indice Rt di contagio sul territorio. Ma Rt non è una pagella ma uno strumento dinamico che ci aiuta a capire cosa succede e va letto con altri dati, ha spiegato ancora Brusaferro. L’indice di contagio Rt è segnalato sotto il valore 1 in tutte le regioni italiane tranne in Val d’Aosta, dove si registra un valore pari a 1.06. Il dato emerge dal report settimanale del monitoraggio sulla fase 2, illustrato durante la conferenza stampa all’Istituto superiore di sanita. Per la Val d’Aosta si considera l’indice una oscillazione momentanea mentre la Lombardia e’ in decremento.
“L’Italia è a più velocità ma non abbiamo segnali di sovraccarico dei servizi ospedalieri, sia per quanto riguarda le terapia intensive sia per quanto riguarda i reparti. L’obiettivo è evitare la ripartenza di curve epidemiche sapendo che ci potranno essere degli episodi di ricrescita dei casi nei territori”.
Oggi il virus ancora circola e non possiamo allentare le misure di protezione individuale, ha detto ancora il presidente dell’Iss. Tuttavia il piccolo picco in Molise e Umbria è rapidamente rientrato, ha concluso.
Il sistema di monitoraggio non è un giudizio o un pagella per le regioni ma è uno strumento. I dati che oggi abbiamo sono dati buoni ma sono dati che ci danno la garanzia della capacità delle regioni di intervenire. In questo momento, ha detto Brusaferro, serve la collaborazione di tutti.
“Non possiamo escludere un incremento nelle prossime settimane – ha detto il presidente Silvio Brusaferro – ma non si tratta di una pagella settimanale delle regioni. Però possiamo incamminarci con fiducia sapendo che ci potranno essere momenti di incremento dei casi ma sapendo anche che abbiamo un sistema capace di intercettarli”.
La questione della “mobilità tra le Regioni va affrontata con un numero di nuovi casi ancora più ridotto rispetto a quello che abbiamo”, ha detto il presidente dell’Iss. L’indice di contagi Rt invece “cambia su base settimanale e lo escluderei come criterio al riguardo per gli spostamenti. Ma sono importanti anche le modalità di movimento, cioè come ci si sposta”, ha precisato.
“Mantenere costantemente alta l’attenzione di identificazione dei focolai anche durante il periodo estivo”. In tal senso “globalmente mi sembra stia aumentando la resilienza da parte delle Regioni”, ha aggiunto il neo direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza nella conferenza stampa Iss -. Rezza ha evidenziato che dalla fase 1 alla fase 2 importanti sono la responsabilità dei singoli e la responsabilità pubblica in grado di rilevare piccoli segnali d’allarme.
“I dati del monitoraggio sono al momento incoraggianti. Ci dicono che il Paese ha retto bene le prime aperture del 4 maggio. Ma guai a pensare che la partita sia vinta. Serve massima cautela. Basta poco per vanificare i sacrifici fatti finora”, ha commentato il ministro della Salute Roberto Speranza.
“Non sono un tecnico ma ho capito che questo meccanismo proprio non funziona – ha affermato la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, intervistata su Radio 24 in merito alla polemica legata all’indice Rt -. E’ una cosa veramente aberrante perché non ha riguardo dei numeri reali i quali invece ci dicono che noi in questo momento siamo la migliore regione italiana.
Queste notizie stanno assolutamente creando danni ad una regione che invece è già ripartita e in sicurezza”. E’ sceso a 0,53 per l’Umbria l’indice Rt relativo l’epidemia di Covid 19 secondo i dati resi noti dall’Istituto superiore della sanità. Un valore che colloca la regione tra quelle considerate a “basso rischio” per la diffusione del virus e quindi sicure.
Il dato – secondo quanto appurato dall’ANSA – è contenuto nel rapporto settimanale dedicato dall’Iss all’andamento della pandemia. Nel corso della conferenza stampa per illustrare i dati, il presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro ha evidenziato come è rapidamente rientrato il piccolo piccolo registrato registrato in Umbria nelle scorse settimane.
In conferenza stampa intervenuto anche il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Nicola Magrini, che, in merito all’idrossiclorochina, ha detto: “Sull’efficacia sappiamo poco, sui possibili danni e assenza di sicurezza in alcuni limitati sottogruppi di pazienti ne siamo abbastanza sicuri”.
“Ci sono più vaccini promettenti, 5-6 in fase avanzata, e anche l’Italia partecipa in diversi modi. A mio avviso il tempo ragionevole per pensare a un vaccino è primavera, estate prossima, non penso per settembre ci possa essere alcun vaccino disponibile – ha spiegato il dg dell’Aifa -, pur contando risultati molto buoni, come sembrano gli studi di fase 1. Speriamo l’anno prossimo e speriamo sia più d’uno e che le capacità di produzioni siano adeguate”.